fbpx

Non chiudiamo le porte dei sogni. La storia di Khadija e delle spose bambine

11 Dicembre 2015 by in category Articoli dal DAMS with 0 and 0
Home > Non chiudiamo le porte dei sogni. La storia di Khadija e delle spose bambine > Articoli dal DAMS > Non chiudiamo le porte dei sogni. La storia di Khadija e delle spose bambine

Nojoom conquista il divorzio, ma ci insegna anche a credere in noi stessi e nell’istruzione che permette di essere davvero se stessi.

Il divieto di chiudere le porte dei sogni alle bambine, costringendole a sposarsi con uomini più grandi, dovrebbe essere difeso in tutto il mondo, ma così non è e non lo sarà mai se continuiamo a chiudere gli occhi. Nojoom, protagonista del film I am Nojoom, age 10 and divorced, viene venduta come sposa all’età di otto anni e per due anni è costretta a subire violenze e abusi sessuali dal marito. Nessuno la consola e nessuno è dalla sua parte, nemmeno le donne che fanno ormai parte di una lunga e radicata tradizione delle bambine spose. Sola decide di trovare qualsiasi modo per ritornare ad essere una bambina che gioca con le bambole, andare a scuola e soprattutto vivere i suoi anni migliori. Tornata nella casa dei suoi genitori in San’a, capitale dello Yemen, Nojoom si dirige al tribunale dove chiede il divorzio. Il giudice non è solo un uomo benevolo, ma è anche l’immagine di una Legge giusta che difende i deboli di qualsiasi età dal male, qualunque esso sia. Non solo Nojoom conquista il divorzio ma la vediamo andare finalmente a scuola, senza velo, libera di imparare a leggere e scrivere, di avere una cultura, libera di controllare la propria vita.

nojoom

Questo film è molto importante per la regista Khadija Al Salami, perché racconta la storia vera di Nojoud Ali, ma anche la sua storia di sposa bambina e quella di migliaia di bambine al mondo. Khadija è stata data in sposa a otto anni e dopo il divorzio la sua famiglia la ha diseredata, ha dovuto imparare a essere indipendente: di mattina andava a scuola, mentre la sera lavorava per guadagnare i soldi per sé e anche per la madre. Con la forza di volontà e l’istruzione, Khadija è padrona della sua vita adesso e come lei anche le ragazze del suo paese, che adesso si scelgono il marito e hanno imparato a non avere paura come la Zia Khadija. Possiamo cambiare. Dobbiamo credere in noi stessi e andare avanti. Possiamo controllare la nostra vita, questo il messaggio di Khadija, dobbiamo solo crederci e iniziare a parlare.

 

Camilla Cantafaro

© 2021 - AIACE Torino Galleria Subalpina, 30 10123 Torino - P.IVA 05218600012