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Pasolini. Il corpo e la voce

11 Dicembre 2015 by in category Articoli dal DAMS with 0 and 0
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Il documentario, tramite la voce e il corpo di PPP, e senza mediazioni o interpretazioni giornalistiche, ma solo attraverso colloqui televisivi, interviste, dichiarazioni del poeta, spezzoni di films e immagini di repertorio, ci restituisce il ritratto (che è quindi autoritratto) in parte inedito di una personalità che ancora oggi catalizza su di sé l’attenzione di un pubblico di diverse generazioni. Il documentario, grazie ad  un montaggio serrato e con una formula interattiva fatta di continui rimandi storici e bibliografici, è stato accolto con entusiasmo da una fauna variegata ma, ahimè, non troppo vasta di spettatori.

Pasolini si racconta (e nel farlo parla di noi) con la solita ineguagliabile lucidità, la stessa che utilizza nel parlare di Resistenza come “mito” fondante della nazione, di Neorealismo come presa di coscienza di questa nazione e di Consumismo come di quell’ unità aberrante che ha trionfato laddove il fascismo ha fallito.

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È difficile parlare di Pasolini nel quarantesimo anniversario della sua scomparsa, si rischia di risultare banali e, quando si tenta di metterlo in discussione, di essere lapidati sulla pubblica piazza, quasi che in Italia, oltre al comune senso del pudore, esistesse ormai un “comune senso del Pasolini”. L’ antidoto a questo integralismo da social networks (chissà cosa ne penserebbe, PPP, di Facebook e Twitter?) potrebbe essere quello di guardare, per chi se lo fosse perso, questo bel documentario realizzato grazie ai materiali dell’archivio di RaiTeche da Maria Pia Ammirati, Arnaldo Colasanti e Paolo Marcellini, in cui la dimensione umana prevale piacevolmente su quella artistica.

 

Chiara Varese

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